lunedì, settembre 08, 2008

un' idea folle - puntata 2 (Come illudersi di ritornare)

Eccovi la seconda puntata....spero vi piaccia. Beccatevela!!

FINO ALL' ALBA
Sono tutti seduti intorno al tavolo, mentre persone entrano ed escono continuamente. Parenti, amici, conoscenti. Qualcuno soffre, qualcun altro finge. D è seduto in disparte, su di una sedia poggiata al muro, ai bordi della stanza. Guarda le persone che entrano ed escono. Molti li disprezza, altri non li cura. Gli sembrano troppe. Pensa di alzarsi per andarsene a fare due passi. Poi decide di restare. Ha in mano un caffè ma non lo beve, lo guarda soltanto. Cerca di non pensare a niente. Quasi tutti lo salutano e sembrano non badare al suo stare in disparte. Ma fingono. Lui lo sa e non gli interessa. In fondo se ne era andato proprio per questo. Una voce ripete in continuazione “Non si può morire così”. È sua madre. Piange. Non pensa di confortarla, solo la comprende. Un figlio che muore un po’ ti uccide. Il padre è in silenzio. Si sente solo un po’ di brusio di gente che si muove. Il suo amico è seduto al tavolo. A tratti lo guarda. D fa finta di non accorgersene. È come se non fosse lì. Non sente niente di quello che sta attorno. Cerca solo di non pensare. Una mano si poggia sulla sua spalla. Si volta senza scatti. È suo cugino, un amico. L’ unica persona che vede con piacere. Si guardano. Non servono le parole, si possono dire tutto così. Poi il cugino si avvicina al tavolo e bacia la madre di D. Resta qualche secondo a fissare il tavolo, gli sembra terribilmente lontano. Sembra non avere senso quello che vede. Torna a fissare il caffè, in silenzio. Si avvicina il suo amico e gli fa cenno. Escono. L’ amico comincia quando sono sul pianerottolo, nelle scale.
“Io vado D….potrai perdonarmi se me ne vado?”
“No….ma non fa differenza. Ti capisco vai”
“Non posso stare al funerale, non ho la forza scusa”
L’ amico si accende una sigharetta, D non fuma. Un attimo di silenzio, sembra pesante e lungo.
“Tra quanto pensi che se ne andranno tutti ‘sti pagliacci?”, è D a parlare. L’ altro sospira poi comincia “Per gli incidenti si perde sempre molto tempo tra ospedali e rilevazioni ed i parenti arrivano tardi a casa….almeno per un altro paio d’ ore penso, ma poi non è una cattiva cosa. Hai visto tua madre non può restare sola”
“Non è sola. C’ è papà, sua sorella….tutta questa gente non conta niente”. Si sente altra gente arrivare. D chiede “Che ora s’ è fatta?”
“Sono quasi le nove e mezza D”. Si guardano per un po’ senza parlare. È di nuovo D a parlare
“Dovresti farmi un favore…..”
“Non ti preoccupare avvertirò io tutti per la tua assenza. Domattina faccio un giro di telefonate.”
“Grazie. Terrò il cellulare spento in questi giorni, non mi va proprio di sentire le condoglianze di estranei. Tu non temere, mi farò sentire io”
“Allora resti. Quanti giorni starai?”
“Non lo so. Non so neanche perché ho deciso di restare. Vedremo cosa capita. Ti farò sapere……tu piuttosto devi muoverti se devi tornare si sta facendo tardi”
“Non temere, se me la prendo comoda staro per mezzanotte a casa”. Restano ancora un po’ sulle scale, zitti. Si sono detti tutto. L’ altro se ne va. Non basta il paio d’ ore per far andare via tutti, ne servono quasi tre. D resta seduto sulla sua sedia poggiata al muro per tutto il tempo. In silenzio. La madre fa l’ ultimo caffè prima che chi è rimasto in casa vada in stanza a fare finta di dormire. Questa volta lo beve. Lui va nella sua vecchia camera. Non dorme. Resta steso sul letto e guarda il soffitto. Si sforza di non pensare. Non si spoglia, si toglie solo le scarpe. Passa il tempo. Si alza ed esce sul balcone. Sente la madre che piange, piano, in sordina, ma piange. Sembra non gli faccia effetto, ma non ne è convinto nemmeno lui. Rimane fermo a guardare l’ orizzonete forse per un’ ora. Arriva l’ alba. Lenta, calda, silenziosa. Gli si infila un pensiero frivolo nella testa, forse sorride. Pensa che sarebbe stato bello in quell’ occasione avere il vizio di fumare. La luce del sole si fa evidente e pensa che nemmeno così gli piace quel posto. Entra dentro e sceglie i vestiti da indossare.

3 commenti:

Clelia ha detto...

Ho letto prima e seconda parte del racconto. Complimenti per il tuo modo di scrivere.

Clelia

johnny ha detto...

sono lusingato!!
ci saranno altre puntate......e grazie.

veronica ha detto...

Mi piace più del primo...se continui così andrà sempre meglio :D
E tra l'altro divento sempre più curiosa :DD