mercoledì, novembre 05, 2008

"forse è l' aria intorno"

Era strano. Lui la guardava, ma lei sembrava non accorgersene. Fumava con calma, come ad aspettare qualcosa, e lui tentava di immaginare quel qualcosa che lei aspettava. Come era stato inutile tutto quel tempo. Ma ora si trovavano lì. Erano soli in quel posto, un posto qualunque, un posto senza un particolare passato, senza un particolare futuro. Solo un posto. Senza tristezza, senza speranza, ma in fondo perché averne, l' immaginazione era un bene troppo prezioso per sprecarlo in quel momento, lo sapeva lui e lo sapeva pure lei. In fondo avevano sempre tenuto le cose in chiaro, era stato il loro peggior errore. Ma le cose sono come sono, ed in fondo non c' è una giustizia, c' è solo quello che accade e quello che non accade. Avevano sempre creduto così e non avevano ragioni per cambiare idea. Forse non c' era niente da cambiare. Lui era un po' agitato, l' aria affranta, lei era calmissima, le donne certe cose le vivono meglio, hanno un senso di giustizia che le fa sembrare tutto dovuto. O almeno lei era così, ed in quel momento contava solo quello. Si guardarono negli occhi, fu lui a parlare tentando di impostare la voce, di renderla più vera possibile:
"Allora, dimmi: che te ne fai?"
"Cosa vuoi che me ne faccia? Lo sai no, mi pare che la situazione fosse chiara"
La calma di lei fu quasi offensiva, come un gesto improvviso, immotivato. Lui sperava in qualcosa di diverso, si illudeva. Provava qualcosa di molto vicino alla vergogna, ma riusciva a controllarlo, a nasconderlo. Fece due passi sul lato prima di riprendere a parlare.
"A volte mi viene il dubbio che io sappia davvero o no. Poi con te le cose non sono mai sufficientemente chiare"
"Che scortese che sei! Il fatto è che ti devi sempre dare una spiegazione, un motivo, un' utilità. Io no grazie al cielo. Ecco perché tu sei lì ed io sono qui"
"Pensavo fossimo nello stesso posto"
"Non si è mai nello stesso posto, non ti ho insegnato niente in tutto questo tempo?"
La sua voce gli sembrava esageratamente musicale per quelle parole. Una voce bassa, più netta sarebbe stata più adatta a dire quello che stava dicendo lei. Pensò che la sua sarebbe stata più adatta. Era troppo persino per lui ammettere che lei avesse ragione. Decise che qualsiasi cosa fosse successa non avrebbe mai ammesso quel dato di fatto. In fondo non aveva niente da perdere ne da guadagnare. Si sentì visibilmente più sollevato da quella constatazione. Lei se ne accorse.
"Magari non volevo imparare. Sei troppo abituata a pensarti necessaria, a volte non lo sei." Il tono di lui aveva perso quell' impostazione forzata ma si era fermata, ora sicura, rassegnata e quindi fiera. Lei si stupì del cambiamento e perse il controllo, solo per qualche secondo, ma era già tanto. Lei spense la sigaretta si fermò a guardarlo. Era diverso, lontano, aveva perso delle cose ma ne aveva trovate altre, e nemmeno lei sapeva dire se era meglio o peggio. Fu sul punto di sentirsi in colpa ma scacciò subito quel pensiero. Anche lei aveva perso qualcosa e trovato qualcos' altro. In genere le cose vanno così, non ne vale la pena farci un dramma.
"Si forse non hai voluto imparare. Non recrimino niente, e lo sai. Abbiamo fatto quello che dovevamo, o forse solo quello che potevamo, ma non cambia niente. Le cose sono come sono, io e te siamo come siamo. Spero almeno che tu sappia che non ho mai finto, non mi sono mai nascosta, mi hai sempre trovata per quella che sono. Non penso sia poco."
Era stata sincera, e per una volta non se ne importava di quello che poteva apparire. Lui lo sapeva e non poteva negarlo. La guardò come se stesse guardando l' orizzonte. Oramai era tutto già stato fatto, non c' era più motivo di stare lì, non una sola ragione per continuare a parlare. Le si avvicinò piano guardandole il viso. Era bello come qualcosa tanto lontana da essere pura.
"Non è poco. Purtroppo non ho mai creduto alla verità delle cose, al fatto che vano come devono andare. Ma non cambia niente. Io non cambio niente, e magari non voglio farlo"
Si fermò un attimo e le accarezzò il viso, così bello e lontano. Lei lo lasciò fare, anzi strinse un po' la mano di lui con la spalla e vi poggiò la sua. Lui parlò mentre continuava a carezzarla:
"Sarebbe bello se non esistesse nulla altro, ma solo il tuo viso. Forse non siamo poi così diversi, come due raggi di luce, il colore è diverso, ma sono entrambi luce"
Si chinò a darle un bacio leggero, come un soffio sulla pelle. Lei gli strinse un po' di più la mano e lo fissò per qualche secondo. Era tutto fatto. Lui si voltò in silenzio e si avviò senza voltarsi. Aveva vinto quella piccola battaglia ma come già sapeva senza guadagnarci niente. Una volta in auto scelse con cura la musica da mettere esaminando uno ad uno tutti i CD a disposizione. Si appoggiò al sediolino prima di partire e respirò a fondo. Si sentiva strano, non sapeva bene come e addirittura gli parve di non sapere nemmeno il perché. "Forse è l' aria intorno" si disse, poi ripartì.

10 commenti:

kay ha detto...

ancora una volta parole bellissime...
davvero emozionante questo racconto...
e complimenti anche per il premio, credo che tu l'abbia indiscutibilmente meritato!!
personalmente credo che tu sia un'artista...per me gli artisti non devono necessariamente fare bene qualcosa, è sufficiente che nel farla siano capaci di comunicare ed emozionare coloro che hanno di fronte...
e tu lo fai in un modo davvero grandioso!

Veggie ha detto...

Ci sono più pillole di saggezza in questo post che in centomila altri blog...
La mia preferita? "Le cose sono come sono, ed in fondo non c'è una giustizia, c'è solo quello che accade e quello che non accade"...
M'inchino...

enne ha detto...

Che tristezza...
Sarà perchè ho ancora, nel cuore e nella testa, parole molto simili.
In effetti non c'è giustizia, in certi epiloghi. Le cose prendono comunque la loro strada, ma dentro rimane il rovello per non aver fatto abbastanza.

Tintarella di... Luna ha detto...

Sono sempre tristi le storie d' amore quando finiscono...spesso rimane un senso di amaro,spesso il tempo sistema le cose e i rapporti si sanano,nasce un affetto profondo,a volte ci si guarda e non si puo non ricordare il passato e farsi prendere dalla malinconia...

Anonimo ha detto...

Ho trovato per caso qst blog e mi sono fermata a leggere.
Mi sono accorta che:sono ancora annebbiata dalla mia storia personale...la vedo ovunque..anche in qst(Bellissime) parole...
va bè ora vado...un saluto Claudia

Clelia ha detto...

Concordo con Veggie... davvero l'ho letto con interesse e ammirazione!

bravo

Clelia

Suavemente ha detto...

johnny: NON CONDIVIDO PER NIENTE IL TUO PENSIERO...e allora? siamo noi... a creare arte...per me l'arte è tante cose non solo quelle che trovi sui libri nei musei ecc...PER ME A CASA MIA NEI MIEI PENSIERI sono arte la musica, uno scritto, una fotografia, un corpo, la natura, siamo anche noi opere d'arte... ciao nè :)

Suavemente ha detto...

Mi è piaciuto molto il tuo racconto... bello :) ciao nè

Elsa ha detto...

già...sono scivolata giù vicino ai cd e immaginavo una melodia.
Forse l'ho sentita.

ps ci arrivi...anche con l'aria intorno forse.:)

Squilibrato ha detto...

Si, dovremmo dormire un po' di più. Ma è questo il momento più bello della giornata. Leggere, scrivere, ascoltare musica... E' tutto più amplificato.
In mezzo a tutto il silenzio.