martedì, dicembre 02, 2008

un' idea complicata-seconda stagione

Un' idea complicata. Come la rassegnazione all' evidente inadiempirsi del proprio modello, elegante ma innocuo, come la minimizzazione dell' azione. Una qualunque delle azioni, tanto sono tutte equivalenti. Ed allora il simmetrizzare assume valore nel suo fallimento, tanto che il tempo si pone come maestro e discepolo, e l' equilibrio sembra una fine, il cambiamento una perdita, l' ordine una sconfitta. La processione di tentativi di riferimenti facilmente derivabbili l' uno dall' altro ci pone lontano dalla verità, fino a convincerci che non ci sia alcuna verità. E le nostre idee sono solo una approssimazione del desiderio, del possibile modello, l' auspicabile configurazione stabile secondo parametri che nonostante abbiano continuità con il loro variare, risultato inefficaci nella descrizione del sistema involutivo. Quindi le forme che i ricordi assumono restano postulate senza poter chiudere il sistema. Il che ci riporterebbe a complicatissimi discorsi attorno al senso delle cose. Eppure si può pensare di linearizzare il sistema di cose, togliendosi dal globale, ponendo i propri parametri ad interagire col locale, in un intorno di noi stessi, in cui ci siamo noi. Un' idea complicata come il riscrivere tutto in forme adimensionali, leggi che siano libere dal dove e dal quanto, circoscritte a spazi chiusi e limitati incentrati intorno a noi, al variare continuo nella nostra struttura derivativa. L' unica continuità resta la dipendenza temporale, che circoscritta al nostro intorno resta quasi lineare. Allora le parole nella loro corrispondenza imbarazzante, ci legano al variare dello spazio, come le forme del tempo, una questione logaritmica alla nostra risposta, come l' entrata all' uscita, come il dopo al prima, come il forse al perché. L' indefferenzialismo inattivo dell' accadere ci rende sconfitti e spesso ipocriti, nell' affannoso tentativo di ben porre i problemi nelle proprie strutture. Un' idea complicata, il linearizzare il perché degli eventi, come il succedersi delle variabili nel rappresentativo astratto di noi stessi. La derivazione temporale delle nostre motivazioni sembra assomigliare alle nostre scelte, e persino il loro senso molare ci illude che le soluzioni siano uniche e ben definite. Un' idea complicata come l' inessenziale, ammesso che l' essenziale esista.

1 commento:

Veggie ha detto...

In effetti, guardandoci intorno, sembra sempre che tutto sia abbastanza semplice... E' quando ci si guarda dentro che le cose vengono a farsi complicate... Un po' come un nodo che non si riesce a sciogliere, e più si tira e più le cose s'ingarbugliano... E allora, forse, anzichè tirare, dovremmo solo aspettare... e i nodi si scioglieranno da soli al momento giusto... e tutte le idee complicate portanno diventare più semplici...