venerdì, gennaio 09, 2009

un' idea folle-puntata 6 (Come illudersi di ritornare)

Ecco a voi.......

SECONDO INTERMEZZO. SULLA PIOGGIA
D è in piedi, guarda fuori. E' notte ma non dorme, gli sembra normale. Piove, un inaspettato temporale estivo. E' ancora vestito, ed anche questo gli sembra normale. Guarda fuori, la pioggia sulla strada, sulle case. Non vede le cose, non vede niente, solo la pioggia. Il resto non conta, non c' è. Il rumore delle gocce copre tutto, dà senso a tutto. Il cadere, il perdersi della pioggia in quello che ci sta attorno è confortante. Rassicura. Sembra giusto. D resta fermo, non ha bisogno di nulla. Quel cadere pone tutto nella giusta misura. Pensa che tra qualche ora la pioggia smetterà ed il sole invaderà tutte le case. Si convince che non ha senso parlare di motivi, di perché, di ragioni. In quel momento la pioggia è la ragione, è il motivo. Si sente partecipe al posto in cui si trova, al cadere delle gocce, al rumore, al bagnarsi. Esce sul balcone. Si sente meglio. Pensa di stare nell' unico posto in cui deve stare. Lui è lì, e non lo ha scelto. Questo almeno non possono prenderselo. Pensa alla madre, sveglia nell' altra stanza, pensa alla bara, a tutta quella gente in fila. I motivi non hanno senso, non più. Risente le parole della madre, scandite da ogni goccia. Si fa accarezzare dal lieve vento che accompagna il cadere, e comprende. Realizza di aver capito, di aver compreso. Ora accetta, ora sa, ed intanto si lascia cadere la pioggia sul viso. Il viso bagnato lo rende presente, partecipe, legato a tutto il resto. Guarda verso le case, verso le strade, e non sente più il risentimento. Non vede la loro solitudine, vede solo la pioggia che ci balla in mezzo, vede il loro immergersi nelle gocce, nell' acqua. Un posto come un altro. In fondo una notte come altre, questo ora può pensarlo. Attende che il temporale piano cominci a smettere. Resta fermo godendosi le ultime gocce sul viso. Quella pioggia è il suo pianto, lo sfogo di cui aveva bisogno e che la notte ha avuto per lui. Persino la luce che comincia timida a farsi vedere non gli da più troppo fastidio, la comprende, la giustifica, la perdona. Ha perdonato l' estate, il tempo, se stesso. Tutto nella pioggia che come un sorriso un po' triste lo ha coperto. Attende un altro po' prima di rientrare per cambiarsi. Decide che quella camicia non la indosserà mai più e la ripone con cura, senza asciugarla, in un cassetto vuoto.

2 commenti:

veronica ha detto...

E' davvero molto bello e mi piace il titolo...

Veggie ha detto...

Bellissimo.
Semplicemente.
Poi, adoro la pioggia. Mi piace perchè è così bello quando, alla fine, ritorna il sole... perchè mi fa pensare che alora è vero che, in ogni situazion, non può piovere per sempre...