mercoledì, febbraio 18, 2009

sul viaggio, o ciò che pare

SECONDA SENZA NOME (titolo)
Vieni qui con me
alla casa del Diavolo
dove la pioggia non bagna i vetri.
Perditi nelle sue stanze dove
non si sentono le urla.
Vieni alla casa del Diavolo
dove il buio è un fuoco che brucia.
Il Diavolo ride e noi ne siamo
i commensali. Senti.
Tutte le stanze sono specchi,
scegline una e pensa che sia vera,
mentre tutte le lacrime cadranno.
Ci siamo noi qui, dove non ci sono
finestre e non c’ è Sole,
dove ogni porta è un ricordo.
Di fantasia ed aria.
Dove anche la morte sembra
sorridere. Qui.
Vieni alla casa del Diavolo.
Vieni alla casa del Re.

...fra le prime che ho scritto, con i primi avvisi di instabilità. Su ciò che pare. Esiste anche una "PRIMA SENZA NOME", ma è un' altra cosa.

3 commenti:

La Ely ha detto...

La casa del Diavolo è dove ogni porta è un ricordo e "dove la pioggia non bagna i vetri". Queste due immagini mi sono molto piaciute. Mi hai ricordato un amico che purtroppo non c'è più e aveva la sensibilità che respira questa Tua.
Le prime poesie...mamma mia! Le mie prime fanno pena..ma avevo 12 anni: è un'attenuante?

Veggie ha detto...

Per essere le prime, eri partito proprio alla grande, direi... E in quanto all'instabilità, chi non ne ha almeno un po'?!... Questa Casa del Diavolo... a volte mi pare possa essere un po' l'eco di quella che è stata la mia vita... Senza poter essere toccata veramente da niente... Dove vita e morte erano la stessa cosa...

Clelia ha detto...

Meglio essere instabili e creativi che "normali" e noiosi!!!

clelia